Armodio Cavedoni

Armodio Cavedoni, figlio di Bartolomeo e di Anna Maria Brighenti, nasce a Castelvetro, nel 1799.

Il padre Bartolomeo Cavedoni si era distinto per le sue idee liberali; protagonista delle rivolta contro Ercole III e generale del Regno Italico Napoleonico fu accanito avversario della famiglia ducale che, tornata al potere, lo fa arrestare e lo costringe agli arresti domiciliari; muore suicida nella sua villa.

Il figlio Armodio è avviato agli studi dallo stesso Francesco IV; frequenta il collegio militare di San Luca a Milano, divenendo sergente maggiore quindi tenente quando riporta la laurea in ingegneria. Si distingue per fedeltà al duca e valore nel combattimento; alla testa di un gruppo di pionieri è uno dei primi ad esporsi durante l’assalto alla casa del liberale Ciro Menotti.

E’ nominato capitano e gode della piena fiducia di Francesco IV che gli affida l’insegnamento del disegno architettonico per i propri figli

Esaurito questo compito, è incaricato di attivare un corpo di truppe leggere, i cosiddetti Cacciatori del Frignano. Risiede a Pavullo dal 1838 al 1842 per sovrintendere alla costruzione del Palazzo Ducale.

Anche durante gli avvenimenti rivoluzionari del ’48 rimane fedele al duca che, al suo ritorno, lo promuove maggiore e gli affida addirittura il comando del corpo dei Pionieri e, alcuni anni dopo, la direzione della casa di forza di Saliceta San Giuliano.

Nel 1859 segue Francesco V in esilio e torna a Castelvetro solo nel 1863, quando vengono sciolte definitivamente le truppe rimaste fedeli agli Estensi.

Stimato e rispettato nonostante la mutata situazione politica, gli vengono offerti importanti incarichi municipali che però rifiuta dichiarando: “Io adoro un solo Dio, riconosco un solo Sovrano, servo una sola Bandiera”.

Muore per malattia nel 1866 a Castelvetro.

Riferimenti bibliografici