Come noi guardiamo al bambino
L’infanzia è un tumulto di emozioni, rappresenta una forza creatrice e innovativa: molti grandi artisti indicano l’infanzia come l’età a cui tendere per essere autentici geni creatori. Accanto a questa forza in continuo movimento, l’infanzia è contemporaneamente lentezza, ripetizione, tempo disteso. Quante e quante volte un bambino ripete lo stesso gesto una volta dietro l’altra, un giorno dietro l’altro e poi abbandona. Quanto tempo dedica ad un disegno, ad una storia, ad un racconto. Il tempo che un bambino impiega ad osservare, a creare non può essere quantificato in minuti o in giudizi di bravura. Già come genitori, facciamo pesare il tempo a un bambino, sempre troppo poco, ma come esperti di educazione il tempo va fermato, o meglio va riportato allo stato di natura.
Il vantaggio di un educazione ambientale è che il ritmo del bambino è in perfetta sincronia con il tempo del mondo che lo circonda: non è necessario scandire routine per costruire una giornata, ma una giornata piena nasce dai rituali emotivi che abbracciano il bambino.
Clima disteso e silenzioso che aspetta l’inizio di un nuovo giorno pieno di esperienze e percezioni attraverso attività libere e semistrutturate: quando un bambino è attento e lavora al suo progetto è attraversato da un atto creativo che fa nascere solo silenzi e stupori nell’adulto che osserva e che prova profonda invidia di non essere lui a vivere quell’attimo. E ancora. Nel momento in cui un bambino sceglie autonomamente la sua attività tra le diverse che vengono proposte o inventa il suo gioco, la sua attenzione e motivazione sono altissime, perché sta creando e dando forma a un suo pensiero, alle sue emozioni che altrimenti, nella maggior parte dei casi, rimarrebbero inespresse. La gioia per un lavoro fatto con impegno e costanza rende appagati e felici.
La sezione e la natura
Per i bambini stare all’aperto è una condizione naturale: attraverso l’esplorazione dell’ambiente, il gioco spontaneo, il movimento, l’utilizzo dei sensi e il contatto diretto, imparano a conoscere la realtà che li circonda e a percepire se stessi in relazione al mondo e agli altri.
L’idea di questa sezione si fonda su un concetto che vede la natura l’elemento cruciale per uno sviluppo sano e totale del bambino, e considera il bosco l’ambiente migliore per soddisfare questi aspetti, perché rappresenta una stanza da gioco senza limiti né confini strutturali. Nessun altro ambiente educativo offre altrettante possibilità di sperimentare, scoprire e stimola in modo naturale il movimento e l’attività corporea dei bambini. I bambini si mettono alla prova per scoprire se stessi e sperimentano continuamente i propri limiti conoscendo gradualmente le proprie potenzialità e capacità. E scoprono facendo che i limiti si possono superare.
L’ispirazione montessoriana
Il nostro modo di guardare il bambino presuppone dargli il suo spazio di azione, donargli la fiducia, fornirgli la possibilità di sbagliare: questi elementi pedagogici sono ormai parte essenziale del nostro stile educativo, ma mai dati per raggiunti poiché vanno allenati costantemente. Maria Montessori ci spiega e ci fa vedere come si fa: uno dei suoi più grandi lasciti, a nostro avviso, non è la vita pratica piuttosto che la psicoaritmetica che comunque è ritenuta sacra dalle attuali neuroscienze. Il maggior regalo che ci poteva donare è la visione della maestra e la descrizione pratica della strada da percorrere per diventarlo. La maestra deve prima di ogni altra cosa chiedersi per ogni singolo bambino che ha in classe: “Cosa vuoi tu da me? E come faccio a capirlo?”
Noi esperti di educazione facciamo tutto, ma nulla di ciò che ha realmente bisogno il bambino. Noi del bosco cerchiamo ogni giorno di cambiare paradigma: è il bambino il maestro dell’uomo. E per noi non è una bella frase: è lavoro, costanza, sacrificio, rabbia per non poter intervenire, discussioni accese tra noi del team, ma è anche tanta gioia.
Da Maria Montessori prendiamo questo e non è poco se riusciamo a farlo. Prendiamo poi alcuni materiali di sviluppo, alcuni di psicogrammatica e psicoaritmetica, prendiamo l’organizzazione della sezione ( a grandi linee), il pranzo, le autonomie, il rispetto e la concentrazione.